Luci rosse a Zurigo

2010 agosto 5

Zurigo, voglio vedere i tuoi occhi rossi. Non rossi di pianto, rossi di orgasmo e febbre e fame.

Voglio vedere nelle tue pupille fonde di notte quella luce rossa che scalda e attira. Le corna di tori elettrici, la mia curiosità di falena.

Ora o mai più, o forse di nuovo, un giorno. Voglio venire a vedere come le donne si arruffano il pelo nei locali e ballano attorcigliando le gambe su pali umani, voglio rubare i loro movimenti, voglio rubare i segreti che loro stesse hanno rubato agli uomini, o forse confondermi tra loro. O non farci caso, aggirarmi tra i loro richiami – o forse tacciono perché chi le vuole sa come trovarle – come nulla fosse perché nulla è, perché questo mercato di carne e amore esiste da sempre, esiste da quando le missionarie hanno imparato a concedere la salvezza – la redenzione, una piccola morte necessaria alla rinascita – sdraiandosi nell’erba o nell’aria o nel cotone di un letto.

E poi voglio vedere se anche tu Zurigo oscuri le vetrine per nascondere diletti di plastica e innocenti perversioni. Voglio vedere se ti vergogni del tuo sesso o se lo urli e lo esponi con gioia, o se ne conversi amabilmente nelle sale da the del centro città, inzuppando un biscotto.

Sono sicura, Zurigo, che il sesso ti piace quanto la musica e la sua libertà.


Per inciso: in vista della mia prossima visita a Zurigo in occasione della Street Parade voglio farmi un giretto tra le delizie locali in fatto di erotismo, sex shop, lingerie e vibratori. Così, perché mi diverte e non riesco a smettere di essere secchiona nel voler apprendere come l’umanità vive il sesso. Personalmente, credo che gli svizzeri siano parecchio evoluti da questo punto di vista (e anche altri).

Tappe immancabili del mio tour saranno: la condomeria che ho capito essere nel centro, qualche sex shop a zonzo, una romantica passeggiata nel quartiere a luci rosse e il monomarca di Agent Provocateur, sperando che i saldi non siano ancora finiti.

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