Sono stufa degli uomini senza palle

2008 maggio 20

Hai sentito questo crack? Erano le mie ovaie che si rompevano.

Solo guardando i tag di questo post si dovrebbe capire qual è il mio stato d’animo. Io che non l’ho mai chiamato stronzo o bastardo neanche nei momenti peggiori, quando la sua mancanza era come un coltello rovente che girava nella carne, senza alcuna possibilità di assoluzione. Senza nessuno sconto alla mia pena.

Ecco, prendete questo stato d’animo, ed elevatelo al cubo, anzi, no, estendetelo all’infinito. Perchè la rabbia sorda che sento in questo momento può essere espressa solo con il mutismo meccanico della tastiera.

Perchè potrei sfasciargli il cranio solo con un urlo. Ne basterebbe uno solo. Uno. Solo. Vaffanculo.

VAFFANCULO.

Perchè voi lo sappiate, questo post è rimasto nelle bozze per circa 5 mesi, prima che continuassi a scriverlo. Credo di averlo iniziato dopo una conversazione simile a quella di stasera, ma forse il dolore pulsava ancora troppo, e schiacciava la rabbia. E, ancora una volta, come ho sempre fatto con lui (sbagliando), ho lasciato perdere. L’ho lasciato fare e disfare. Ho disegnato un cuore con le matite colorate, e quando ci siamo lasciati, glie’ho consegnato, perchè lui lo conservasse in un cassetto, perchè sapesse che il mio cuore era suo, che io ero sua. L’ho fatto davvero. L’ho fatto, cazzo. L’ho fatto e l’ho amato oltre ogni ragionevole limite. E non me ne pento, nè lo rimpiango. E’ stata una storia importante, la più importante, è stata bella. Perchè è stata vera, intensa, e me la sono vissuta. Perchè l’ho scelta. O forse il mio cuore l’ha scelta per me.

Ma sono delusa e schifata dal fatto che un anno e mezzo di vita insieme non abbiamo costruito niente di niente, e non siamo in grado (soprattutto lui) di comunicare in modo sincero. Tutto si è sgretolato sotto la paura, sotto il peso delle barriere e delle maschere. Sotto l’incapacità di amare se stessi, e di voler essere felici.

E’ vero, non era l’uomo della mia vita – perchè l’uomo della mia vita mi AMA – ma gli voglio bene, e francamente mi rattrista tutto questo. Mi rattrisita quello che sento, e come stanno andando a finire le cose.

Ma sono stanca di tutte le cazzate. Di tutte le domande e di tutte le risposte. Mi sono frantumata per amarti, mi sono rimessa insieme con le mie manine. Almeno abbi il rispetto per quello che c’è stato, per i tuoi sentimenti che forse meritano di essere espressi in una forma meno molesta e dolorosa, e per il fatto che FORSE anche io ne provo, ogni tanto: sono felice, triste, mi incazzo, sorrido, soffro. La tua telefonata di stasera è stato uno sputo in faccia, non tanto per quello che mi hai detto e le parole, comunque discutibili che hai usato, ma perchè, ancora una volta, non hai abbassato la tua collezione di maschere, nemmeno con me. Ancora una volta non ti sei lasciato andare, ancora una volta non sei stato nudo, come lo sono io con te, sola, con il cuore in mano. E io scema che ti ho anche dato corda, che comunque, non mi sono rivestita. Ancora una volta.

Ho sofferto quando mi hai lasciata. Ma ora non sei più il mio vento e io non sono più la tua bandierina che si muove quando ti tira, e nemmeno quella che ti avvolge e ti riscalda, e nemmeno quella che ride a tutte le tue battute stronze e che ti fa ridere. Non sono più quella che ingoia la tua sborra e la tua merda. L’hai scelto tu. Hai fatto le tue scelte. E adesso prenditene la responsabilità. Il rischio che ti sei preso lasciandomi, è stato quello di perdermi. Adesso è troppo tardi. In sei mesi le cose possono cambiare. E adesso è troppo tardi. E non perchè sono orgogliosa, ma perchè non ti amo più. Non puoi pretendere che io ti accolga a braccia e gambe aperte, come se non fosse successo niente, come se il tempo non fosse passato, come se la vita si fosse cristallizzata nel tuo piccolo mondo egoista, dove mi lasciavi per farti i cazzi tuoi per 6 mesi, perchè ti ero scomoda, salvo poi cercare di riprendermi (per chissà quanto poi? un mese, una scopata? sempre?) quando ti senti solo e sfigato, perchè alla fine ti facevo stare bene. E grazie al cazzo. Ti amavo.

In sei mesi ho capito che voglio stare con una persona diversa, non migliore o peggiore. Solo che non sei tu. E questa non è una presa di posizione, ma l’effetto di tutto. Del mio, del tuo, del nostro. Da quando ci siamo conosciuti, fino a questo preciso istante. E se è andata così non è colpa di nessuno. E’ la vita, succede.

E fa male.

Adesso non so molto. Sono un caleidoscopio di cocci rotti e impastati.

So solo che sono stufa degli uomini senza palle, che non hanno il coraggio di essere se stessi, di prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio cuore, che non hanno il coraggio di rischiare e lasciarsi andare nella loro cazzo di vita nemmeno una merdosissima volta. Sono stufa di quelli che devono cercare di ferirti solo perchè hanno paura di essere feriti e che non riescono ad avere una relazione sincera in cui non si tenti – anche inconsapevolmente – di ricavare risposte di egoistico benessere immediato, fottendose della persona che si ha di fronte.

Sono stanca dei paraculi che rigirano le frittate come grandi chef della menzogna, e anche di quelli che adducono scuse labili come il mascara di una puttana solo per non guardare in faccia la realtà, e accettare fatti, impulsi, sentimenti ed emozioni.

Sono stanca di essere trattata come una bambola a cui mutilare il cuore, la figa o il cervello, come un gingillo onnipresente nel momento del bisogno, come un giocattolo di gomma, di cui poter abusare liberamente, che tanto non si rompe mai.

Perchè stavolta mi sono davvero rotta.

P.S: onde evitare inutili proteste, NON penso che TUTTI GLI UOMINI siano senza palle. DAVVERO.
Mi spiace per voi, che vi siete sorbiti il mio sclero. Scrivere è terapeutico.

Altri pensieri:

  1. vincenzo dadamo permalink
    maggio 21, 2008

    devi essere una donna eccezionale,
    hai energie strepitose,
    e soprattutto la tua vicenda
    ed anche la tua rabbia ed il tuo dolore,
    poichè le hai scritte e comunicare
    fanno da specchio a tanti “senza palle”
    quindi non sono inutili,
    mi auguro, come ti auguro di trovare
    un amore con la spina dorsale… ciao

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  2. maggio 21, 2008

    Tnks :)
    Spero anch’io di trovare una amore forte, vero, indissollubile…e anche di riuscire a sfogare tutta la rabbia e tutto il dolore, prima che mi marciscano dentro.
    So.

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  3. massimoleone permalink
    maggio 21, 2008

    Scrivere è terapeutico, ma chi avrebbe dovuto leggere il tuo sfogo dov’è? O ha usato un’altra maschera per confondersi nel nulla del ciberspazio e passare da qui ed andare oltre con un sorriso tra le labbra.
    Tu raccoglierai i tuoi cocci di un anima che ricomporrai per offrire a qualcun altro, che mi auguro saprà farne tesoro. Non eri sbagliata tu nel concedere tutto, anima compresa. Era sbagliato chi ha pensato di giocare con i tuoi sentimenti e la tua parte più intima e quel che brucia non è aver concesso un corpo ma aver permesso di ferire l’essenza che è dentro di TE. Jim Morrison diceva: se vuoi amare ama, se vuoi giocare gioca, ma ricorda … non amare giocando, ma soprattutto non giocare ad amare.
    Lo so che pensi che non tutti gli uomini sono senza palle, come d’altronte non tutte le donne hanno le ovaie….. io non ho sentito nessun crack …. (SCHERZO ……..Se pensi che potevo risparmiarmi questa battuta, allora cancellala)

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  4. My B Side permalink
    maggio 21, 2008

    Prima o poi, quando meno te lo aspetti, arriverà quello giusto.

    Quanto alla delusione e allo schifo… benvenuta nel club: io avevo in programma di metter su famiglia vedi te ! :)

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  5. maggio 21, 2008

    Chi dovrebbe leggere il mio sfogo, non c’è, semplicemente per il fatto che non gli è mai importato un cazzo del mio blog e di quello che scrivo. Credo non abbia ancora letto un racconto che gli ho dato 1 anno fa.
    Hai ragione, nulla in amore è sbagliato. E in questo momento mi viene in mente una canzone di Amy Winehouse: “love is a loosing game”.
    La cosa che conta adesso, è che io ho saputo fare tesoro di me stessa. Nonostante tutto.
    So.

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  6. maggio 21, 2008

    @ My B Side: spero che arrivi, cogliendomi di sorpresa, abbracciandomi da dietro per poi coprirmi gli occhi con le mani. Lo riconoscerò dall’odore.
    Credo che quando senti lo schifo, allora sì, che è davvero finita.
    So.

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  7. rinoah permalink
    maggio 21, 2008

    Cara So ti un invidio un po’, almeno sei arrivata in fondo e puoi risalire anche se so che è durissima, io sto ancora scendendo lungo il tunnel della delusione………….Forse come te dovrei risentirlo così da schifarmi del tutto!!!!!!!!!!!!!!!!! a me spiace che Lui non legga il tuo blog, ma non ci giurare, capirebbe molte cose, forse con questa speranza sto iniziando a scrivere anche io. Tieni duro sei alla svolta e quando finalmente si chiude una porta ……………….:) R.

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  8. maggio 21, 2008

    Per dimenticarlo, devi nno desiderarlo, perchè hai capito che non è lui quello (non che ti renderà felice, perchè solo tu puoi) con cui poter essere felici, davvero.
    Grazie di tutto, vedrai che arriverai in fondo anche tu e la porta si chiuderà, e se ne apriranno altre mille.
    Se puoi scrivi, anche su un fazzoletto. Fa star bene, e aiuta a “vedere”.
    So.

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  9. williamdollace permalink
    maggio 21, 2008

    grande spontaneità So. Scrivere. Sempre e comunque. Scrivere come Amare. Scrivere come Odiare. Come Sputare e come scopare. Scrivere.

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  10. maggio 21, 2008

    Sì. Scrivere.
    So.

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  11. vincenzo dadamo permalink
    maggio 21, 2008

    Si scrivere fa molto bene, ne ho esperienza
    e non ne faccio a meno.
    Ma talvolta è una sorta di doccia
    con un’immeditao sollievo.
    Voi tornate spesso sulle cose scritte un mese
    sei mesi, un anno fa?
    Come vi riconoscete, come vi ritrovate a distanza
    in quell’impasto di sentimenti e significati
    che sio sono fissati nelle parole?
    (Sophie, ho visto i tuoi guantoni! accipicchia!,ciao) Vi

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  12. maggio 22, 2008

    io rileggo abbastanza spesso…non per nostalgia, ma per riguardare il percorso compiuto finora…e capire dove mi trovo ora. Anche se mi accorgo di scegliere di andare spesso nella stessa direzione…verso un mio ideale di felicità (non tanto legata a fattori esterni, ma a uno stato interiore), le strade sono sempre diverse, e portano sempre a destinazioni diverse.

    Sìsì voglio diventare una fighting girl!!!
    So.

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  13. rinoah permalink
    maggio 22, 2008

    Bella domanda ————— come mi sento rileggendo quello che ho scritto tempo addietro??? Non ho mai avuto un blog, ci sto provando ora, ma diari si in quantità!!!!!!!! Quando li rileggo a volte faccio fatica a ricordare le situazioni che mi avevano suscitato quelle emozioni, non sempre le descrivevo , più spesso mi soffermavo sulle sensazioni più che sui fatti. A distanza di anni alcune mi fanno sorridere di tenerezza e di nostalgia per la ragazzina ingenuotta che ero, altre, in particolare quella che a distanza di anni ancora si protrae, mi fa ancora piangere perché nulla in quelle emozioni è cambiato!!!! Tutto serve a ricordare e a capirsi meglio, rileggendosi ci si conosce, scrivendo si ammettono cose che a voce non si direbbe mai. Già scrivere questo mi aiuta, un giorno forse quando l’imbarazzo sarà minore ed i post un po’ più numerosi vi linkerò il mio blog così se vi andrà ci potrete fare un giretto, occhio So non sono grande come te !!!!!! :)

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  14. maggio 22, 2008

    Scrivi scrivi! al massimo fallo sotto falso nome! ma scrivi!
    cmq nn sono grande! o meglio, tutti possono esserlo.
    So.

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  15. vincenzo dadamo permalink
    maggio 22, 2008

    Scrittura e riscrittura.
    Si anche se raramente, torno sulle mie pagine già scritte
    e molto spesso cedo all’istinto di “riformularle”
    di reinterpretarle, di dare qegli appunti una più attuale precisazione.
    E’ un intervento che poi mi costa
    e mi crea imbarazzo; come se manipolassi
    quell’incrocio vissuto che ha prodotto parole
    ed immaggini; mentre oggi, qui ed ora, altre cose
    e sentimenti attraversano l’anima, e si proiettano
    su quelle pagine.
    Mi chiedo se anche tu So. un giorno, rileggendoti
    cederai alla voglia di riformulare…ciao Vi

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  16. maggio 23, 2008

    Di solito non riformulo..perchè sarebbe come alterare il passato, la vita…e invece quello che è stato è stato, non si può cambiare. Certo, si può interpretare. Se proprio devo fare qualcosa, riempio le pagine dei vecchi diari con piccoli commenti ai margine delle pagine, per tornare al centro di me.
    So.

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  17. trippi permalink
    maggio 23, 2008

    Standing ovation! Hai scritto per terapia, la tua cura è la mia cura, la tua risoluzione è stata la mia. Non esiste altro modo per esorcizzare gli uomini sbagliati se non estirparli dalla propria vita, come rami secchi appunto!

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  18. maggio 23, 2008

    Sìììììììììììììììììììììììì….poi, per completare l’opera, bisognerebbe fare un bel falò.
    So.

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  19. comandante stopardi permalink
    maggio 23, 2008

    faccio una serie di premesse: sono qui per caso, non ci si conosce direttamente, sono come gli elefanti (corto di cervello, ma di memoria lunga), non ho alcuna verita’ in tasca e l’uomo italiano, almeno quello della fascia 18-35 anni, e’ in forte crisi di identita’ ed e’ fortemente regredito sotto molti punti di vista.

    Detto questo non mi azzardo a fare il difensore dell’indifendibile (se uno si comporta da fesso e’ fesso, punto e stop), ma quando leggo questo genere di sfoghi tra le miriadi di considerazioni che faccio mi chiedo sempre quanto concorso di colpa possa esserci in una storia andata male.

    bada, non voglio puntare il dito su nessuno: nella mia limitata esperienza diretta di vita e di “confessore” di amici ed amiche ho sempre avuto la consapevolezza che le degenerazioni di un rapporto fossero dovute in gran parte a tre fattori: opportunismo/opportunita’, mancanza di reale comunicazione tra le parti ed incapacita’ di riconoscere l’essenziale dell’altro, cio’ che davvero lo rende la persona “giusta” non dico per la vita ma almeno per una buona parte di strada della propria esistenza.
    E non sempre questi tre fattori potevano essere imputabili ad una sola parte.

    c’e’ poi da dire che in un periodo difficile di forte edonismo e di individualita’ egocentrica come il nostro purtroppo e’ normale che la gente si nasconda dietro una o piu’ maschere: quello che preoccupa e’ che sempre piu’ spesso non si abbiano gli strumenti per individuarle e valutarle prima che cresca l’aspettativa di un rapporto stabile: o peggio, che pur avendo ricevuto dei segnali, li si ignori pensando che tanto tutto si risolvera’.
    e come sempre il problema non diventa la caduta, ma l’atterraggio.

    dopo che sara’ passata la buriana posso solo augurarti di guardarti attorno con occhi diversi, con la consapevolezza rinnovata di quello che per te e’ davvero essenziale e necessario, cercando magari tra gli “invisibili”, tra quelli che fino ad ora non hai saputo (o voluto) vedere. Il piu’ delle volte la/le persona/e giusta/e e’/sono da quelle parti.

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  20. vincenzo dadamo permalink
    maggio 23, 2008

    …sento odore di bruciato…(scherzo!)
    trovo significativa l’immagine del “ramo secco”
    di “trippi”: un rapporto che non s’innesta,
    dove linfa vitale non passa, e si secca
    (in tutti i sensi). Quanto è complicato intendersi,
    e scoprirsi alla radice, e portarsi nel quotidiano…
    C’è qualcosa anche nella cultura forse, della quale viviamo,
    che ci spalma superficialità ed insicurezza addosso,
    e che rende, credo, più complicato crederci
    in rapporto che mette l’anima alla luce del sole
    o al chiarore della luna ( a proposto di falò…!)
    ciao Vi

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  21. trippi permalink
    maggio 24, 2008

    si infatti di solito aggiungo “datti fuoco”!! Catartico anche questo!!
    Besitos

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  22. maggio 25, 2008

    @ trippi: vero vero…”datti fuoco” è immancabile…mai visto “Database con Pino Scotto?” è davvero una sKuola…
    So.

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  23. maggio 25, 2008

    @Vi. : hai ragione…nella cultura e nella società ci sono tanti modelli relazionali, più o meno viziosi o viziati, che non possiamo far me meno di subire, almeno in parte, proprio perchè noi viviamo in una determinata cultura e società, che comunque ci instilla un’idea di quello che è giusto o sbagliato, di quello che è accettabile e di quello che non lo è…ma non è detto che questo giusto sia in assoluto, o per lo meno che sia giusto per noi. Non è detto che sia “bene”. E tanto più siamo permeabili a questi modelli e ci sentiamo inadeguati rispetto a quello che il mondo vorrebbe che noi fossimo, tanto più le nostre relazioni sono dolorose e insoddisfacienti. Se c’è una soluzione a questo circolo di modelli, maschere e menzogne, è dentro di noi, e nel decidere di far emergere la nostra “verità”. Perchè il grande modello di questa società, la superficialità appunto, che spesso considera gli altri e le relazioni come accessori alla moda, rivela tutta la sua impotenza davanti alla vita e al cuore, con l’infelicità che porta nelle nostre vite.
    So.

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  24. maggio 25, 2008

    @ Comandante Stopardi: mi trovo d’accoro con te. E’ vero, l’uomo è in crisi, e la donna anche; è vero anche che le relazioni si fanno in 2, e che quindi se le cose funzionano o meno è – non colpa ma – responsabilità di entrambi, e i fattori che hai elencato, mi sembrano appropriati per descrivere la situazione di coppia. In particolare, nel mio caso: se mi sento trattata come una bambolina, è perchè io ho permesso che mi si trattasse così…e la mia delusione/incazzatura deriva dal fatto che: ad una comunicazione col cuore in mano, ci si ritrovi davanti a un muro; che mi sia innamorata di una persona che forse in realtà non esiste e che lui in realtà non abbia mai capito nulla di me, e che vengo estratta o buttata nel cassetto a seconda del grado di solitudine dell’altro, vedi opportunismo. E tutto questo è in netto contrasto con quello che desidero in una relazione. Da parte mia, sono una maga nell’autoilludermi della mia verità nell’auotomanipolare la realtà, forse solo perchè vederla davvero, così cruda e tagliente, a volte fa troppo male, e allora, si continua a procrastinare il dolore. Ma prima o poi arriva la botta, e atterri ancora peggio, perchè capisci perfettamente, che la responsabilità di quel dolore, è tua. Perchè l’hai scelto. E atterri male, forse anche solo per punirti della tua stessa stupidità, o meglio, cecità.
    Una cecità che spero di non avere più…per vedere anche “l’invisibile”.
    Grazie per il tuo prezioso commento. Davvero.
    So.

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