Justine, ovvero l’enigma della virtù

2011 settembre 5

Justine, De SadeHo letto da poco la Justine di De Sade (tra l’altro: non la Nouvelle Justine, ma la versione precedente, meno smodata). Lo stile non mi ha appassionata, e credo che un buon digestivo avrebbe reso più scorrevole la lettura. Ma non è questo il punto. Quello che mi ha colpita – e sono colpita del fatto di esserne stata colpita – è che Sade sfodera un catalogo di parafilie, perversioni, crimini, abusi e fantasie erotiche, davvero nutrito, a tratti efferato, di certo ricercato. Insomma, il marchese non ha descritto semplici scene di sesso fuck-fuck. Non che io mi scandalizzi, e neanche mi sono scandalizzata nè “ci sono rimasta male” perché è un romanzo violento. Capita. Sono rimasta stupita perché la società di oggi non trova più così riprovevole il romanzo – fatto testimoniato dalle numerose edizioni – come quella che invece lo condannò alla fine del ’700, eppure riesce a scandalizzarsi per molto meno. Esibisce e tollera molto di più fenomeni di scostumatezza quotidiana – basti pensare al senso del pudore femminile: chi nel ’700 avrebbe avuto il coraggio di girare in minigonna filopassera? – fa notizia con gli omicidi a sfondo sessuale, e poi non batte ciglio per un romanzo dove non ci sono che stupri, orge – con tanto di episodi di coprofilia, maltrattamenti di ogni tipo e fustigazioni. Siamo una società migliore? La nostra sessualità è più evoluta?

È solo più arida.

La conclusione a cui sono arrivata – che più che un ragionamento, è un’inevitabile sensazione di prurito – è che oggi nessuno si scandalizza per Sade semplicemente perché le scene che descrive, un certo tono dell’erotismo, risultano per la maggior parte assolutamente oscure. Insignificanti. A causa non di un’evoluzione dei gusti, ma di una sterilizzazione dell’immaginazione. Scopare, e il sesso in generale, sono così ruminati, da tenere a bada uno dei nostri istinti primari. Da renderlo banale. Così, più del classico coito da normalissimo porno (compresi triangoli, incularelle e così via), la fantasia non riesce ad andare. Che tristezza. A me che il porno piace, vien da dire che l’amatoriale piace tanto forse non per la spontaneità, ma perché vista la scarsità dei mezzi è sempre, più o meno, la stessa cosa. Non si riesce, nella maggior parte dei casi, ad andare proprio più in là. L’immaginazione si è rattrappita, ha perso la sua elasticità, la sua mutevolezza nell’elaborare anche le fantasie collettive, che bene o male, appartengono in qualche modo a tutti. Stiamo estinguendo il nostro patrimonio erotico.

Riguardo al dilemma vizio/virtù che pone Sade, poi, ho una piccola riflessione da fare: questa Justine. Sfigata lo è di certo, ma non è nemmeno troppo furba: dopo l’ennesima volta che la rapiscono/stuprano/derubano/imprigionano perché si è fatta pescare sola in bosco, perché continua a tornarci? E come potrebbe un essere umano avere anche solo il pensiero di chiedere aiuto a chi ha così crudelmente abusato di lei? L’unica risposta che sono riuscita a darmi, è che forse forse, un po’ il vizio le piaceva. Che un po’ se l’andava a cercare, sempre ben attenta a non esserne l’artefice, ma solo la vittima. Come se in fondo, al sesso e al piacere – ammesso che lei ne abbia mai provato, ma anche chi pratica l’astinenza o la castità, TUTTI hanno una sessualità – non si possa rinunciare perché è un istinto, la ricerca di un contatto, di una verità più viscerale. Dal vizio o dalla virtù, in qualche modo bisogna pur arrivarci.

Altri pensieri:

  1. settembre 6, 2011

    Assolutamente d’accordo Sis..

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  2. settembre 6, 2011

    :)
    So*
    Ps: ma poi sei riuscita a trovarlo???

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  3. Sir Stephen permalink
    settembre 17, 2011

    Non sopporto la lettura di De Sade, e di lui ho letto solo qualche stralcio sul Web. Credo che dal punto di vista erotico De Sade non valga nulla, ma le sue analisi psicologiche sono drammaticamente attuali. Purtroppo il mondo è pieno di sadici più o meno consapevoli, e di più o meno innocenti Justine in cerca di qualcuno che le faccia soffrire.

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  4. settembre 17, 2011

    Per quanto mi riguarda, e non senza difficoltà, da qualche tempo ho smesso di leggere (solo) quello che mi piace, dedicandomi a letture su cui ritengo dovrei essere informata (per essere una che scrive – di sesso – credo di avere grandi lacune, dal punto di vista della formazione), che possono insegnarmi qualcosa dal punto di vista dello stile o dell’approccio, che in qualche modo mi siano utili. Per formarmi un’idea, un’opinione, per dare da mangiare a questo cervello che sembr risucchiato dal web, ogni tanto, per capire cosa mi piace e cosa no… Come nel cibo: a volte qualcosa non mi piace poi molto (lo stile di Sade non fa impazzire neanche me?), ma la mangio lo stesso, perché mi fa bene… come uno studio. Spero di non essere stata troppo noiosa, ma avendo appena ricevuto un pacco con 25 volumi – perlopiù di letteratura erotica – tendo a prendere l’argomento lettura/libri/narrazione un po’ sul serio (perché mi appassiona) :) )

    So*

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  5. Sir Stephen permalink
    settembre 17, 2011

    @Sophieboop: Invece io non amo molto leggere, e amo chi lo fa per me. Ho trovato questo tuo post su De Sade estremamente interessante ed attuale. Le tecniche erotiche cambiano (ora abbiamo anche il Kimbaku) ma di Justine purtroppo ce ne sono fin troppe. Anche dal punto di vista politico, De Sade dà ottimi spunti. Dopo il pesantissimo “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pasolini, oggi si potrebbe girare un film molto più divertente: ad esempio, “Silvio B. e i 120 Bunga Bunga di Villa Certosa” … ;-)

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